Al carcere delle Murate le torture continuano
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Über diesen Titel
Arrestato nel novembre del 1944 fu una delle vittime più ferocemente torturate dalla Banda Carità, il Reparto dei Servizi Speciali comandato da Mario Carità, che operò a Firenze durante il periodo della Repubblica Sociale.
I tentativi di Carità di ottenere informazioni dal nostro parrucchiere continuarono anche durante la detenzione. Un giorno un incaricato del maggiore gli chiese di descrivere i connotati della persona alla quale, come aveva riferito la spia, Pretini aveva consegnato molte paia di scarpe destinate ai partigiani di Monte Morello. La sospettata era Eleonora Benveduti Turziani, la dirigente azionista che si occupava della protezione dei clandestini e fuggiaschi e dell'approvvigionamento per le formazioni partigiane dislocate sull'Appennino. Carità l'aveva fermata ma nei suoi confronti non possedeva alcun elemento di prova e nella sua abitazione non era stato trovato nessun materiale sospetto. Per depistare il maggiore Ferdinando attribuì alla donna, a cui aveva consegnato le scarpe, connotati esattamente opposti a quelli della Turziani. In quei giorni di prigionia, utilizzando dei bigliettini ricavati dai moduli a stampa del carcere, Pretini annotava i fatti che gli sembravano rilevanti e intratteneva una minima corrispondenza con la moglie Maria Mainardi. In una nota non datata scrive di aver visto dallo spioncino uno dei luogotenenti di Carità, un certo capitano Agostini, che, passando di fronte alla sua cella, aveva detto ad alta voce: “per questo famoso Pretini si può ordinare la cassa da morto, è questione di giorni se non di ore, con Carità non si scherza, quello te li liquida tutti al muro i partigiani, ma se canta, potrà salvarsi.”
Lettura tratta dal libro di Francesco Saverio Tucci, “Il parrucchiere, il monaco, la spia”, Youcanprint, 2022
Memorie di Resistenza fiorentina è un progetto, realizzato dal Comune di Firenze, che raccoglie storie di persone che hanno contribuito alla Resistenza delle città con l’obiettivo di promuovere un patrimonio di memoria storica collettiva.
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