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Via Callas

Via Callas

Von: Marcella Boccia
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Über diesen Titel

Via Callas è un podcast che esplora le profondità oscure della mente criminale, intrecciando criminologia, psicologia e storie di cronaca nera. Ogni episodio è un viaggio tra i dettagli di crimini celebri e meno noti, analizzando i profili degli assassini, le dinamiche delle vittime e il ruolo della società e dei media. Con un tono avvincente e riflessivo, Via Callas non si limita a raccontare i fatti: svela ciò che si cela dietro l’azione criminale, cercando di rispondere alle domande più inquietanti sull’animo umano.2024 True Crime
  • Rodney Alcala: il serial killer del "Gioco delle coppie"
    Feb 4 2025
    Stagione 1 🎧 Episodio 30: Rodney Alcala: il serial killer del gioco delle coppie

    🎧Cosa succede quando un assassino vive sotto i riflettori? Quando un predatore si nasconde in bella vista, apparendo affascinante, brillante, persino desiderabile? La storia di Rodney Alcala è una delle più inquietanti del true crime americano. Condannato per almeno otto omicidi—anche se gli investigatori sospettano che le sue vittime possano essere state oltre cento—Alcala era un uomo dalle molte maschere. Oggi a Via Callas parliamo di un serial killer che non solo si aggirava per le strade in cerca di vittime, ma è anche apparso in televisione, partecipando a un popolare gioco per appuntamenti… e vincendo.

    🎧Un'infanzia interrotta e la nascita del predatore Rodney Alcala nasce a San Antonio, Texas, nel 1943, ma la sua infanzia è segnata dall’abbandono del padre e da un trasferimento traumatico in California. Da giovane è descritto come intelligente, con un QI straordinariamente alto, ma anche come qualcuno che cela un lato oscuro. Nel 1968, a soli 25 anni, Alcala compie il suo primo atto mostruoso: rapisce e violenta una bambina di 8 anni, Tali Shapiro. Una telefonata anonima alla polizia interrompe l’aggressione e salva la vita alla piccola, ma Alcala riesce a fuggire, rifugiandosi a New York. Qui cambia identità e si iscrive persino alla prestigiosa NYU, studiando sotto la guida del celebre regista Roman Polanski. Nessuno sospetta che dietro il giovane affascinante e brillante si nasconda un uomo capace di atrocità inimmaginabili.

    🎧L’assassino dietro l’obiettivo Negli anni ’70, Alcala si reinventa fotografo. Usa la sua macchina fotografica per attirare giovani donne, convincendole a posare per lui. Questo modus operandi si rivela letale. Tra il 1977 e il 1979, la California diventa il suo terreno di caccia: Alcala adesca, tortura e uccide almeno cinque donne, spesso infliggendo loro sevizie prolungate prima di dare il colpo di grazia. Le sue vittime vengono ritrovate in posizioni inquietanti, spesso in ambienti boschivi, con segni di strangolamento e abusi. La polizia trova centinaia di fotografie scattate da lui, molte delle quali ritraggono donne e bambine mai identificate. Ma la storia più incredibile deve ancora arrivare. Parte 3: Il killer sotto i riflettori Nel 1978, nel pieno della sua attività criminale, Rodney Alcala si presenta come concorrente a "The Dating Game", un popolare show televisivo americano in cui uomini e donne si sfidano per ottenere un appuntamento romantico. Alcala, con il suo sorriso smagliante e il suo atteggiamento carismatico, conquista il pubblico… e vince. Ma la donna che lo ha scelto per un appuntamento, Cheryl Bradshaw, riferisce di aver avuto una strana sensazione nei suoi confronti. Dopo lo show, rifiuta di uscire con lui, dicendo di aver percepito qualcosa di "sinistro" in lui. Col senno di poi, possiamo dire che quella decisione le ha salvato la vita.

    🎧La cattura e il processo Nel 1979, Alcala viene finalmente arrestato per l’omicidio della diciottenne Robin Samsoe. Durante le indagini, gli investigatori scoprono un vero e proprio archivio fotografico con immagini di ragazze, molte delle quali mai più ritrovate. Condannato più volte a morte, il suo caso si trascina per decenni a causa di ricorsi e appelli. Nel 2010, grazie ai progressi del DNA, viene collegato a ulteriori omicidi e condannato definitivamente. Muore nel 2021 nel braccio della morte, senza mai aver rivelato il numero esatto delle sue vittime. Conclusione: Il fascino oscuro del male Rodney Alcala non è solo un serial killer: è il perfetto esempio di come il male possa celarsi dietro un volto attraente e un comportamento apparentemente normale. È un predatore che ha saputo sfruttare il proprio carisma per manipolare e uccidere, sfuggendo alla giustizia per anni. Ma la sua storia è anche una lezione su quanto possiamo essere ciechi davanti all’inganno: Alcala non si nascondeva nell’ombra, ma in piena vista, davanti alle telecamere.

    Testi di Marcella Boccia
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    7 Min.
  • Andrej Romanovič Čikatilo – Il Mostro di Rostov
    Jan 29 2025
    Stagione 1 🎧 Episodio 29: Andrej Romanovič Čikatilo – Il Mostro di RostovNato il 16 ottobre 1936 in un piccolo villaggio ucraino, Jablučne, Čikatilo crebbe in un contesto di povertà estrema. L’Ucraina era devastata dalla carestia degli anni ‘30, nota come Holodomor, e Andrej fu esposto fin da piccolo a racconti e traumi che avrebbero segnato la sua psiche. Una storia, in particolare, lo ossessionò: si diceva che suo fratello maggiore fosse stato rapito e cannibalizzato durante la carestia. Una leggenda familiare? Forse. Ma sufficiente per piantare nella mente di Andrej il seme di un’angoscia profonda e indelebile.Fin da giovane, Andrej si sentì diverso. Era timido, goffo, e soffriva di disfunzione erettile, una condizione che lo umiliava e lo isolava. Questo isolamento alimentò un’immaginazione oscura, che nel corso degli anni si sarebbe trasformata in violenza.Dopo un’apparente vita normale come marito, padre di due figli e insegnante, Čikatilo iniziò la sua escalation omicida nel 1978. La sua prima vittima fu una bambina di nove anni, Yelena Zakotnova. La lacerazione interna di Andrej trovò sfogo in un atto di inaudita brutalità: attirò la bambina con una promessa di caramelle, la portò in un luogo appartato e la uccise. Scoprì in quell’istante che il sangue e la sofferenza delle sue vittime gli procuravano un piacere perverso, un compenso emotivo e fisico che la sua vita ordinaria non gli dava.ra il 1978 e il 1990, Andrej Čikatilo compì almeno 53 omicidi. Le sue vittime erano bambini, adolescenti e donne, spesso membri delle fasce più vulnerabili della società sovietica. Usava metodi brutali: attirava le sue prede con l’inganno, le conduceva in luoghi isolati e lì sfogava la sua furia. Le mutilazioni sui corpi rivelavano non solo una violenza animalesca, ma anche un rituale morboso. Per Andrej, le ferite inferte non erano solo atti di violenza, ma una sorta di macabra celebrazione del suo potere sulle vittime.Il clima politico e sociale dell’Unione Sovietica dell’epoca rese difficile fermarlo. La polizia era impreparata ad affrontare un caso di serial killer su questa scala, anche perché il fenomeno era considerato una “devianza occidentale”. L’ideologia sovietica sosteneva che nella società socialista non potessero esistere crimini di tale natura. Così, Čikatilo continuò a uccidere, approfittando delle falle di un sistema che faticava persino a riconoscere la sua esistenza.Fu solo nel 1990 che il “Mostro di Rostov” venne catturato. Un’indagine senza precedenti, guidata da una task force speciale, portò alla sua identificazione. Čikatilo fu arrestato in flagrante mentre cercava di attirare un’altra vittima. Durante l’interrogatorio, confessò con freddezza e distacco. Ammise di aver ucciso non per odio, ma per placare una fame interiore. Un desiderio che, come lui stesso descrisse, “lo divorava vivo”.Nel 1992, dopo un lungo processo, Andrej Čikatilo fu condannato a morte per 52 omicidi. La sua esecuzione avvenne il 14 febbraio 1994, con un colpo di pistola alla nuca. Ma il suo caso solleva ancora oggi interrogativi inquietanti. Come può un uomo diventare così disumano? È il prodotto del suo ambiente o di qualcosa di più oscuro che si annida nella natura umana?Andrej Romanovič Čikatilo, noto come il “Mostro di Rostov”, “Cittadino X”, “Lo Squartatore Rosso” e il “Macellaio di Rostov”, è stato uno dei più brutali serial killer e cannibali della storia. Attivo tra il 1978 e il 1990 nell’Unione Sovietica, ha ucciso almeno 52 persone, tra donne, bambini e adolescenti, con una violenza estrema che includeva mutilazioni, torture e atti di necrofilia.Uno degli aspetti più macabri dei suoi crimini era il cannibalismo. Čikatilo spesso asportava parti del corpo delle sue vittime, in particolare occhi, genitali, capezzoli e lingue, e in diversi casi le mangiava. Confessò di aver ingerito i genitali e altre parti morbide, ritenendo che questo gli desse forza e virilità, in un’inquietante distorsione della realtà e del potere.Durante gli interrogatori, rivelò dettagli agghiaccianti: dopo aver ucciso, sezionava i cadaveri con precisione, spesso estraendo il fegato o mordendo pezzi di carne direttamente dal corpo. Alcune testimonianze emerse dagli atti processuali suggeriscono che Čikatilo credesse di poter assorbire l’energia delle sue vittime attraverso il consumo della loro carne.Questo comportamento, oltre a radicare il suo terrore nella memoria collettiva, lo accostò ai peggiori assassini seriali della storia, unendo omicidio, necrofilia e cannibalismo in un orrore senza confini. Fu arrestato nel 1990 e giustiziato con un colpo di pistola alla nuca nel 1994.Questa era la storia di Andrej Čikatilo, un nome che ancora oggi evoca orrore e sgomento. Una storia che ci ricorda che il male può nascondersi ovunque, anche dietro la maschera di un uomo qualunque.Testi di Marcella Boccia
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    10 Min.
  • Billy in the Bowl – Il Mostro di Dublino
    Dec 28 2024
    Stagione 1 🎧 Episodio 28: Billy in the Bowl – Il Mostro di Dublino


    🎧Dublino, XVIII secolo

    Dublino. XVIII secolo. Le strade sono fredde, buie, pericolose. Il fango si accumula ai bordi dei vicoli, dove i poveri sopravvivono a stento. È una città che nasconde i suoi segreti nell’ombra, dove la miseria e il crimine camminano mano nella mano. E in mezzo a tutto questo c’è un uomo, o forse un’ombra, che si aggira silenzioso. Non ha gambe, ma il suo ingegno supera ogni limite. Lo chiamano Billy in the Bowl. È una leggenda, un criminale, un uomo che ha trasformato la sua disabilità in un’arma. Oggi, a Via Callas, vi racconterò la sua storia.



    🎧Chi era Billy?

    William Brennan, meglio conosciuto come Billy in the Bowl, nacque a Dublino nella prima metà del Settecento. Non conosciamo molto della sua infanzia, ma sappiamo una cosa: nacque senza gambe. Oggi lo chiameremmo disabile, ma nella Dublino del XVIII secolo non c’era spazio per la compassione. La città era spietata con chiunque fosse considerato diverso.

    Billy, però, era intelligente, astuto. Aveva capito che il mondo non gli avrebbe dato nulla, così decise di prenderselo da solo. Si costruì una ciotola di legno, una sorta di carrello rudimentale che gli permetteva di muoversi, e iniziò a farsi strada tra le strade di Dublino. Letteralmente.

    Ma Billy non era solo un mendicante. Era carismatico, persuasivo. Conquistava la fiducia di chiunque, e poi la tradiva nel modo più crudele. Ed è così che iniziò a costruire la sua reputazione come uno dei criminali più temuti di Stoneybatter.


    🎧La Trappola di Billy

    Le sue vittime erano spesso donne, sole, di ritorno a casa dopo una lunga giornata. Billy le attirava con il suo aspetto vulnerabile. Seduto nella sua ciotola, chiedeva aiuto con voce dolce. ‘Signora, può aiutarmi? Ho bisogno di attraversare la strada.’ Oppure, ‘Può darmi una moneta? Ho fame.’ Le donne si avvicinavano, mosse dalla compassione. Ma ciò che trovavano non era un uomo bisognoso, bensì un predatore.


    “Chi sei? Lasciami andare!”

    “Non temere, cara. Non voglio molto. Solo ciò che hai in tasca… e forse anche qualcosa di più”.

    Billy derubava le sue vittime, e in alcuni casi, secondo le voci, non si limitava a questo. Alcune donne non tornarono mai più a casa.


    🎧La Paura di Stoneybatter

    La paura si diffuse rapidamente. Le donne evitavano le strade isolate, gli uomini iniziavano a pattugliare i vicoli armati di bastoni. Ma Billy era intelligente. Sapeva quando colpire e quando sparire. Era come un fantasma.

    A forza di spingere la sua ciotola, aveva acquistato una incredibile forza nelle braccia, e strangolava le sue vittime, stringendo il loro collo fino all’ultimo respiro.

    Ma chi era davvero Billy in the Bowl? Era solo un criminale? O era il prodotto di una società che lo aveva emarginato fin dalla nascita? La sua disabilità lo aveva reso un emblema di vulnerabilità, ma sotto quella maschera si nascondeva una mente affilata come un rasoio.


    🎧La Caduta di Billy

    Billy continuò i suoi crimini per anni, fino a quando una delle sue vittime sopravvisse e lo denunciò. Le autorità iniziarono una caccia all’uomo senza precedenti. Ma catturarlo non fu facile: Billy conosceva i vicoli di Dublino meglio di chiunque altro.

    Alla fine, fu tradito dalla sua stessa reputazione. Qualcuno lo riconobbe e lo segnalò. Secondo alcune fonti, venne arrestato e imprigionato. Altri dicono che fu rinchiuso in un manicomio. La verità? Non la sapremo mai con certezza.


    🎧L’Eredità di Billy

    Oggi, Billy in the Bowl è una leggenda di Dublino. Una storia che si racconta nei tour storici e che vive nei sussurri della città. Ma il suo nome è anche un monito: una testimonianza di come la disperazione possa trasformare un uomo in un mostro.

    E ora, vi chiedo: Billy era davvero un mostro? O era semplicemente il prodotto di un mondo che lo aveva abbandonato? La sua ciotola, simbolo di impotenza, divenne uno strumento di potere. Ma a quale prezzo?

    In una città piena di ombre, Billy in the Bowl ha trovato il modo di scivolare oltre i confini della moralità. Ma la sua leggenda resta. E come tutte le leggende, ci costringe a guardare oltre le apparenze.



    Testi di Marcella Boccia
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    9 Min.

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